L'amore dell'industria del vino per le nuove tecnologie
194 - Ma non è sempre corrisposto...
Ogni volta, ogni singola volta che sul mercato gira una nuova tecnologia, l’industria vinicola se ne innamora completamente. Sono un esperto di tecnologia e lavoro in questo settore da quasi 40 anni, quando ancora Internet si chiamava Arpanet per capirci, e quindi ho ben chiaro cosa si può e cosa non si può fare con le innovazioni tecnologiche. Prendete per esempio gli assistenti vocali, tipo Alexa per capirci.
Quando è iniziata ad andare di moda, sono state create un gran numero di skills, ossia pezzi di codice, delle app in pratica da installare in Alexa; queste skills danno la possibilità (‘skill’ significa ‘abilità’) di fare qualcosa in più all’assistente vocale, ad esempio suggerire un vino da acquistare, un abbinamento con un cibo, spiegare le caratteristiche di un vino. Esistono skill per un sacco di cose, ovviamente, ma la maggior parte alla fine servono per portare l’utente ad un negozio online dove comprare qualcosa, un libro, un paio di scarpe o, appunto, una bottiglia di vino. Anche alcuni grandi magazzini e supermercati avevano iniziato ad usare Alexa per consigliare gli acquirenti mentre giravano per i corridoi tra gli scaffali. Ora questo tipo di uso è ridotto davvero al minimo, e ditemi se avete visto un assistente vocale mentre state facendo la spesa al supermercato.
Quando le app diventarono cose utili e comuni da avere nei nostri smartphone, nacquero numerose app per comprare vino e drink. Ne ho contate un centinaio, ma quelle davvero usate sono cinque o sei: Vivino, Delectable, Wine-Searcher, Tannico, Winelivery e poche altre. Come tante altre cose digitali, hanno avuto un grande successo nel 2020, quando il delivery era l’unico modo di fare la spesa. Ma oggi la maggior parte della gente preferisce andare a comprare il vino in enoteca, al supermercato o, perché no, in cantina.
In questi ultimi anni abbiamo sperimentato alcune nuove tecnologie e piattaforme, e naturalmente l’industria vinicola ha voluto vedere se potevano essere utili. Spesso erano tecnologie, diciamo così, esoteriche: NFT e Blockchain su tutte, ma pure il Metaverso e la Realtà Virtuale non scherzano. Eppure ho assistito a eventi, conferenze e fiere dove questi temi venivano trattati come se fossero una bacchetta magica per il vino, il turismo e tutte le attività connesse. Probabilmente l’unica tecnologia che è utile nel campo della produzione del vino (e non solo), è l’uso di sensori che fanno il monitoraggio delle condizioni del terreno e della salute delle piante, unita alla costruzione di mappe intelligenti. Ne avevo parlato parecchio tempo fa in questo post. Se sei interessato all’argomento, fammelo sapere rispondendo a questa newsletter.
Gli NFT si sono rivelati la grande bolla (fuffa, in gergo tecnico, solo fuffaware) che in tanti dicevamo sarebbero stati, mentre la Blockchain ha dei costi improponibili sia di implementazione che di gestione del processo, almeno per chi produce meno di 5 milioni di bottiglie l’anno.
Per come la vedo io, l’industria del vino (vale anche per molto altro) è manipolata dal marketing e dai consulenti. I produttori di vino non hanno conoscenze tecnologiche, non è il loro lavoro, così o credono a quello che il consulente della grande azienda dice loro o evitano di implementare qualunque tecnologia avanzata.
Consulenti di marketing e aziende fornitrici hanno ovviamente tutto l’interesse a fare progetti su queste tecnologie, progetti che spesso sono finanziati dall’Unione Europea, quindi in pratica senza che il produttore tiri fuori nemmeno un euro, almeno apparentemente.
Il mio consiglio, se siete produttori di vino, è avere un vostro consulente tecnico che vi possa consigliare. Così come avete un agronomo e un enologo, dovreste avere anche un tecnologo, qualcuno insomma che possa parlare con il consulente e il fornitore che vi stanno proponendo nuovi servizi e tecnologie. In questo modo riuscirete ad usare al meglio le innovazioni digitali, senza perdervi in inutili esperimenti o progetti che poi diventano fallimentari.