Arriva quel momento dell’anno dove si tirano bilanci e si fanno propositi, ossia il 31 dicembre. Ecco, visto che sono ormai tre anni che le previsioni vengono completamente stravolte dalla realtà, direi che fare ipotesi sul 2023 è un po’ come tirare dei dadi.
Possiamo farlo, potrebbe essere divertente andare a vedere a gennaio, ad aprile, in estate, quanto ci abbiamo azzeccato e quanto no. Se facciamo abbastanza ipotesi su tutto, magari una che si avvicina la troviamo e quindi se vi va di divertirvi, scrivetemi le vostre previsioni per l’anno prossimo.
Il 2022 è cominciato mica tanto bene, direi. Nel 2021 sembrava ci fosse una leggera ripresa almeno dei sentimenti positivi, della visione a medio termine, poi il 24 febbraio Putin decide che l’Ucraina è roba sua (anche se lo aveva già deciso nel 2014 con l’invasione della Crimea), entra coi carri armati e comincia a bombardare tutto quel che trova.
Una guerra in Europa non si vedeva dai tempi della ex Yugoslavia, con lo smembramento di quell’insieme di regioni dove tutti hanno almeno una piccola o grande storia di popoli. Una cosa che stiamo rivivendo in questi giorni, a proposito, con le tensioni fra Serbia e Kossovo. Fatto sta che come è andata e come sta andando lo sappiamo fin troppo bene: prezzo del gas e dei carburanti alle stelle (ma stavano già salendo a settembre 2021, quindi è solo aumentata la velocità di crescita, caso mai), prezzi di tutto quel che compriamo in rapida ascesa.
La crisi climatica che si fa sempre più grave, caldo tropicale da una parte, freddo polare dall’altra: fenomeni legati all’innalzamento delle temperature e alla modifica delle correnti d’acqua e di aria che comportano il cambio di equilibri che duravano da qualche secolo.
Non dimentichiamo le proteste in Iran, dove le donne vengono ammazzate perché non vogliono essere obbligate a portare un velo, e dove gran parte della popolazione giovane scende in strada per protestare contro il regime degli ayatollah. Poi i talebani in Afghanistan che fanno cose da talebani afghani, ossia vietano alle donne di poter studiare: pensavate che i talebani non facessero cose da talebani, dopo che gli americani se ne andarono via l’anno passato?
Per alleggerire gli animi, che già mi sento pesante il cuore a scriverle, queste cose, parliamo di digitale. I social sono implosi, Facebook lo è già da tempo, almeno dallo scandalo di Cambridge Analytica, Twitter lo era già prima ma facevamo finta che fosse ancora un bel posto, poi è arrivato il padrone del vapore ed ha gettato per aria tutto. Twitter oggi è diventato come Facebook, un covo di complottisti e di bugiardi al grido di “Freedom Speech!”, libertà di parola.
In tutto questo, chi crede ancora che i social network siano buoni strumenti per promuovere il proprio brand, la propria azienda, beh farebbe bene a ripensarci. I social e le grosse piattaforme digitali, come i motori di ricerca ad esempio, sono regolati da algoritmi, da meccanismi insomma, e questi meccanismi servono per far guadagnare gli azionisti e i proprietari delle piattaforme.
Quindi se voi impostate una bellissima campagna promozionale su una di queste piattaforme, rischiate che l’algoritmo cambi e che il vostro messaggio si perda in mezzo e quello di milioni di altri. Facendovi perdere quindi tempo e soldi.
Poi ci sono il Metaverso, che in realtà non esiste, e le cryptomonete, che invece esistono ma sono finte. Guardate cosa è successo con la bancarotta di FTX, una cosa tipo Lehman Brothers, ma digitale. Comunque 30 miliardi di dollari sono ancora una bella cifra.
Queste sono le somme del 2022, e questo mi aiuta a spiegare alcuni cambiamenti che vedrete su The Digital Wine, podcast e newsletter, nel 2023.
Intanto più interviste: devo organizzarmi per ascoltare le persone, per chiedere a chi lavora nel settore Drink, editoria, tecnologie digitali, alcune idee sul futuro di questo settore, del business del Food&Drink, a cui cercherò di dare più attenzione senza concentrarmi solo sulla nicchia Wine. Io punto molto sul Direct To Consumer, proprio per contrastare il potere del marketing che le Big Tech ormai posseggono, ma naturalmente potrei anche sbagliarmi.
Vorrei dare anche più attenzione alle notizie digitali, proprio per iniziare a far masticare un po’ alcuni termini tecnici anche a chi di tecnologia proprio non se ne intende o non ne vuole sapere. Non saranno lezioncine, non ne sarei in grado: saranno piuttosto commenti spiegati sulle notizie che riguardano il settore digitale, da cosa è un metaverso, a come si usa la blockchain, cosa è una rete mesh, partendo dalle news che troverò in giro.
Ne ho parlato anche nell’episodio del podcast di fine anno, quello di oggi. Ed a proposito del podcast, voglio ringraziare tutti gli ascoltatori iscritti: sommando le varie piattaforme di ascolto, da Apple Podcast a Spotify, Google Podcast, Podcast Addict e via scorrendo, ci sono quasi 500 persone iscritte a The Digital Wine. Uao! E gli ascoltatori più o meno fissi variano da 1000 a 1200, ossia chi ascolta il podcast ma non è iscritto. Ecco, in questo caso mi rivolgo a voi: iscrivetevi, non vi cambia niente ma mi aiuterebbe a migliorare The Digital Wine.
Anche la newsletter sta andando bene, direi, qualche abbonato c’è ed a voi va il mio primo e più caloroso ringraziamento: The Digital Wine è completamente autoprodotto, e quindi ogni finanziamento è un aiuto in più per fare un lavoro ben fatto (spero!).
Grazie anche a chi è semplicemente iscritto alla newsletter, è sempre piacevole sapere che qualcuno si prende il tempo per leggere le parole che scrivo, e questo mi dà la responsabilità di offrire un prodotto di buon livello.
Un augurio speciale va al gruppo telegram dei Digital Wine Lovers: si parla il giusto, poche parole ma sempre ben indirizzate, con argomenti nuovi e idee fresche. Così mi piacete, Winelovers!
Bene, siamo quindi ai saluti e così
Buon Anno a voi e ai vostri cari
Ci leggiamo l’anno prossimo, e come sempre, grazie per stare qui con me.
Rolando ‘Wine Roland’