Il problema dei contenuti per il vino
19 - La newsletter di The Digital Wine - 10 agosto 2020
Ciao!
Credo che il fatto che The Wine Show diventi un’agenzia di produzione di contenuti per il vino sia una notizia importante.
Lasciate che vi spieghi. The Wine Show è probabilmente il più importante spettacolo del Regno Unito dedicato al vino, condotto da Joe Fattorini. Se non conoscete Joe (lo chiamo così per comodità, non perché siamo amici, anzi in realtà non lo conosco nemmeno tranne che quando l’ho visto al Wine2Wine l’anno scorso e…ok, altra storia). Dicevo, se non lo conoscete, beh dovreste. È nel mondo del commercio del vino da 20 anni, ed in rete si fa chiamare Obi Wine Kenobi. Dal 2015 conduce, insieme a Matthew Goode e Matthew Rhyse, il The Wine Show, 80 milioni di spettatori in oltre 100 nazioni. Il formato è il documentario, il primo episodio è stato girato in una cantina fra Lazio ed Umbria e da allora hanno girato parecchia parte del mondo del vino.
Dopo aver fatto tanti spettacoli per conto della rete televisiva, Fattorini e gli altri hanno deciso di mettere in piedi una loro agenzia di produzione di contenuti per il vino e marketing. La cosa è interessante, se volete potete leggere qualcosa sul blog.
Produrre contenuti interessanti per il marketing del vino non è facile. Il settore è piuttosto tradizionalista, sembra non sia pronto all’innovazione anche nella comunicazione, e quindi il rischio è quello di fare sempre le stesse cose.
Da qualche anno seguo un po’ di creators su YouTube, in settori diversi o, a prima vista, in nessun settore. Sono ragazzi di 27, 28 anni, a volte arrivano ai 30, che si divertono a raccontare delle storie, riprenderle con una videocamera e trasmetterle sul tubo. A volte sembrano episodi senza senso, oppure parlano di viaggi, i viaggi vanno molto di moda su YouTube. Parlano di fotografia e di attrezzature di videomaker, che poi è quello che fanno realmente. Il linguaggio però è quello in cui sono innovativi.
Veloce, episodi da 10-15 minuti, riprese dinamiche, qualche consiglio per gli acquisti.
Li avete visti invece i video che parlano di vino? A parte qualche eccezione, come The Wine Show appunto, o poco altro, spesso sono davvero noiosi. Lo sarebbero di meno se durassero 8 minuti, ad esempio, o fossero più movimentati.
Chiaramente, l’analisi organolettica del vino è come parlare delle caratteristiche tecniche di una macchina fotografica o di uno smartphone, serve per far capire il tipo di vino che si sta bevendo. Forse è proprio questo che rende pesante i video e, a volte, anche gli stessi blog.
Dunque, una questione di linguaggio, parlato e visuale.
Vediamo se The Wine Show farà qualcosa di nuovo. Ma il mercato del vino si sta modificando, sia nei canali di vendita che nei prodotti venduti (pensate ai bag-in-box e al vino in lattina), e sarebbe un po’ difficile aprire una lattina di vino e farne l’analisi organolettica.
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