Comunicazione e fantasia da creator
25 - La newsletter di The Digital Wine - 28 ottobre 2020
Ciao!
ho letto un articolo interessante sul blog di Tim Atkin, l’autrice è Anne Burchett, scrittrice, critica del vino, oggi lavora presso una grossa agenzia di comunicazione.
Il suo post è una specie di storia breve della comunicazione del vino, partendo dalle riviste e dalla noia terribile delle recensioni dei vini fino ad arrivare ad uno show trasmesso dalla BBC dal 1982 al 2002. Lo show si chiamava Food and Drink, a condurlo il mitico Oz Clarke insieme a Jilly Goolden. Ci ho fatto un episodio del podcast, potete ascoltarlo anche qui.
Dunque, le recensioni dei vini sono noiose. Vero, accidenti se sono noiose. Soporifere, anche. Ma lo spettacolo tv della BBC ha portato, per l’epoca, qualcosa di nuovo, un po’ di ritmo, assaggi e degustazioni da parte del pubblico, gente scelta per strada senza alcuna esperienza di vino e di cibo come assaggiatori.
Clima e conduzione informali, anche da parte di Jilly Goolden che in teoria era la parte ‘seria’ della trasmissione.
Mi ha ricordato molto, questo show di cui ho rivisto qualche puntata trovata in giro in Rete, quello che fanno i migliori content creator per video e podcast. Movimento, ritmo, colore. In poche parole, fantasia.
Certo, per fare un contenuto ben fatto ci vuole anche budget, non si scappa. Ma pensare che basta mettere un po’ (o anche tanti) soldi sul marketing e poi non seguire il processo di creazione, è come farsi arredare casa da un disegnatore di Ikea. Tutte le case uguali, alla fine.
Lo stesso vale su Instagram, che rischia per il vino di diventare noioso come le riviste patinate del vino, o come i wine blog. Un influencer insomma non si può misurare in base al numero di followers che ha, sarebbe come tappezzare la città di brutti cartelloni.
Non si migliora la comunicazione, si peggiora il panorama.
Lo strumento è potente, fra fotografie e stories, ma utilizzato davvero in modo sempre uguale. Il vino è un prodotto di nicchia, nonostante produca un fatturato davvero notevole, sia in Italia che negli altri Paesi produttori. Quindi occorre trovare non solo un linguaggio diverso, ma soprattutto dei metodi diversi.
Invece di fare foto o video relativi al vino, occorre fare foto o video relativi ad altri prodotti commerciali come viaggi, o vestiti, o valigie (tutte con la v, come vino. Piace l’idea?)
Mettersi sopra un predellino non serve, associarsi e stare in compagnia invece si.
Grazie per aver letto questa newsletter. Ma ci sono contenuti migliori, e potete trovarli con la versione in abbonamento, 40 tra schede tecniche di aziende wine tech, notizie di mercato, analisi, qualche tutorial per usare i dispositivi digitali e la rete per la propria attività vinicola. Insomma, se siete produttori o rivenditori, enotecari o sommelier, se siete interessati alla tecnologia ed avete una vostra aziendina tech, potete avere notizie e informazioni interessanti. Ci sono i pulsanti adatti sul blog, oppure andate su wineroland.substack.com e scegliete l’opzione a pagamento.