I dazi, arriveranno o non arriveranno?
Una nave impiega circa 20 giorni di viaggio per Stati Uniti, partendo adesso arriverebbe dopo l’entrata in vigore delle nuove tariffe, e a quel punto gli importatori sarebbero costretti a pagare il vino tre volte tanto. Nell’incertezza, meglio smettere di importare e attendere. D’altra parte l’amministrazione degli Stati Uniti ha già detto di considerare l’Europa piena di parassiti che si approfittano da sempre di loro, il vice presidente Vance l’ha detto chiaramente nella chat di cui vi parlavo prima.
Nonostante il posticipo dei dazi europei verso gli USA, come sempre Trump alza la posta sempre di più, senza fare nessuna trattativa e ovviamente chi deve comprare, e anche chi deve vendere, è abbastanza preoccupato. Nell’attesa di vedere che succederà, molti degli importatori più importanti hanno fermato gli ordini, come la US Wine Trade Alliance che ha consigliato i suoi iscritti appunto di sospendere i contratti già firmati. Questo vuol dire che i container di vino europeo sono fermi nei porti. I dazi, se e quando saranno confermati, si dovrebbero applicare a tutti i prodotti alcolici importati dall’Europa.
Molte aziende italiane contano proprio sui contratti di vendita con gli Stati Uniti per il grosso del loro business e anche gli importatori non sono proprio felici, alcuni fanno con il vino europeo fino all’80% del loro fatturato. E allo stesso modo non sono contenti i ristoranti e i wine bar, abituati ad avere nei loro listini i vini italiani e francesi, così come non lo sono i produttori statunitensi di whisky, che già subiscono tariffe del 50% sulle esportazioni verso l’unione europea. I vini europei hanno un costo sensibilmente minore rispetto ai vini degli Stati Uniti, e questo consente a ristoranti e wine bar di avere un alto margine di guadagno. Sostituire i vini europei con quelli locali, significherebbe azzerare o quasi i ricavi di ristoranti e wine bar.
Un altro settore che avrà certo problemi è la rete di distribuzione, enorme e frammentata. Gli importatori non avranno più vino da importare, e i distributori dovrebbero ricostruire la loro rete per collegare cantine e ristoranti. Ma questo vuol dire che si dirigeranno più volentieri verso le cantine più grandi, e verso i ristoranti che pagano meglio. Le aziende più piccole rischiano di non poter più raggiungere il mercato.
I produttori statunitensi non hanno una produzione così elevata per soddisfare i consumi interni: a fronte di 23 milioni di ettolitri prodotti, ne vengono consumati 32.
Insomma, i dazi saranno un problema anche per il sistema USA: il Canada ha già deciso di togliere dai propri scaffali tutti i prodotti alcolici degli Stati Uniti.
Se volete saperne di più, domani uscirà un episodio del podcast dedicato proprio a questo argomento, tre interviste con Marilena Barbera, delle Cantine Barbera, Marco Baccaglio, de I numeri del vino, e Stefano Papetti, dell’azienda vinicola De Fermo.
Ci spiegheranno come funziona il mercato USA del vino, cosa succede nei mercati ed un paio di idee per provare a salvare la situazione. Vi aspetto sul podcast.
Il Pacchetto Vino della UE
La Commissione Europea ha recentemente approvato il tanto atteso Pacchetto Vino, una proposta legislativa pensata per supportare le aziende vinicole dell'UE nell'affrontare le sfide sociali, economiche, geopolitiche e ambientali, con l'obiettivo di aumentare la competitività del settore.
Questo pacchetto di misure nasce dalle raccomandazioni del Gruppo di Alto Livello sul futuro del settore vitivinicolo europeo e mira a fornire un quadro normativo più adatto alle attuali difficoltà. Marzia Varvaglione, da poco eletta Presidente del Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV), ha accolto con favore la proposta, sottolineando la rapidità con cui la Commissione ha trasformato le raccomandazioni in una proposta concreta. Anche Federvini esprime grande apprezzamento per il "Pacchetto Vino", definendolo un'occasione di rilancio per il settore e una risposta concreta e tempestiva alle istanze del mondo produttivo.
Ecco alcuni dei punti più importanti contenuti nel "Pacchetto Vino":
* Gestione del potenziale produttivo: Vengono introdotti ulteriori strumenti per gestire il potenziale produttivo, tra cui l'estensione della validità delle autorizzazioni di reimpianto e l'abolizione delle sanzioni amministrative per il loro non utilizzo. Inoltre, viene data la possibilità agli Stati membri di limitare il rilascio di nuove autorizzazioni di impianto a livello regionale in aree specifiche in crisi e per evitare aumenti di resa con il reimpianto. Sarà inoltre facilitato e promosso il green harvesting e definito un quadro più rigoroso per l'estirpazione.
* Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici: Vengono rafforzate le misure per affrontare il cambiamento climatico, anche attraverso un aumento del sostegno agli investimenti, che passa dal 50% all'80%.
* Promozione nei Paesi terzi: Viene *estesa la durata del sostegno concesso per le operazioni di promozione e comunicazione realizzate nei paesi terzi.
* Vini dealcolati e parzialmente dealcolati: Vengono stabilite nuove e armonizzate regole per la presentazione dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati, nonché per la produzione della loro versione spumante. Questo include l'introduzione di una terminologia più chiara e coerente come ‘zero alcol’, ‘senza alcol’ e ‘a bassa gradazione’.
* Vini aromatizzati: Il quadro normativo per i prodotti vitivinicoli aromatizzati viene ulteriormente adattato per allinearlo all'innovazione del settore e soddisfare la domanda dei consumatori. Sarà possibile produrre vini aromatizzati a partire da vini dealcolati e parzialmente dealcolati.
* Etichettatura elettronica: La Commissione viene incaricata di sviluppare un sistema armonizzato di identificazione del codice QR che conduca alle e-label, inclusa la possibilità di utilizzare un pittogramma o un simbolo al posto delle parole. Questo approccio pragmatico e moderno all'etichettatura è stato accolto con favore.
Ignacio Sánchez Recarte, Segretario-Generale del CEEV, l’ha definito un buon pacchetto legislativo. Tuttavia, ha anche sottolineato che l'efficacia del "Pacchetto Vino" potrebbe essere vanificata da una guerra commerciale tra l'UE e gli Stati Uniti, con gravi ripercussioni economiche per il settore.
Quindi, mia considerazione, questo Pacchetto Vino forse così risolutivo non sembra essere.