Ciao
ormai sono arrivato all’episodio numero 20 del Quotidiano sul podcast e questo mi piace. Trovo divertente raccontare, in pochi minuti, cosa ho fatto, cosa ho visto, magari parlare di una bottiglia che ho aperto o di un libro che sto leggendo. E fare un episodio tutti i giorni mi aiuta anche a mettere in riga alcune priorità, a darmi una scadenza in un periodo, questo, dove sembra che giorni, ore e stagioni si siano tutte mescolate assieme.
La centralità del podcast e la sottoscrizione
In effetti la produzione del podcast mi sta prendendo parecchio tempo, togliendolo al blog, a Web in Vigna. L’ultimo post è di un paio di settimane fa, e parlavo proprio di adattamento nel mondo del vino. Se vi fa piacere, il link è questo.
Ho anche in mente delle novità, una nuova serie da lanciare nel podcast, una serie di episodi dedicata ai podcast del vino, agli altri podcast vinicoli insomma.
Ce ne sono davvero tanti, e andarli a scoprire è affascinante, studiare come vengono prodotti, chi sono gli autori, il modo di fare le interviste o i servizi. Ci sto ancora lavorando, probabilmente sarà una serie disponibile solo a chi fa una sottoscrizione annuale a questa newsletter; si perché questa è una newsletter che vi arriva gratis, ma se volete dei contenuti speciali, potete sottoscrivere un abbonamento annuale, o mensile. Per farlo, potete andare su questo link.
Oppure per chi vuole sostenere The Digital Wine e si iscrive su Patreon.
Vino, Internet e scelte tecnologiche
Per quello che riguarda il mondo del vino, ho ascoltato qualche vignaiolo e altri operatori che ruotano attorno a questo settore (qui puoi ascoltare l’intervista a Michele Bertuzzo di Studio CRU), ed un’amica che si occupa di coaching per l’imprenditoria femminile (qui l’intervista a Miriam Bruera).
Sono tutti giustamente preoccupati, ma tutti quanti pensano al dopo.
Questa emergenza sanitaria è come una lente d’ingrandimento sul mondo, ci ha evidenziato dove siamo più deboli e dove dovremmo agire per essere più resilienti.
Non parlo qui del sistema sanitario o del sistema economico, non sono un esperto; per quel che riguarda invece il sistema digitale, ho qualche considerazione da fare.
Indubbiamente, ci siamo tutti dimostrati esperti nello smartworking, ossia lavorare da casa. Le VPN non hanno praticamente più segreti, e conosciamo tutte le piattaforme di videoconferenza. Il problema spesso è che il segnale è scarso o la banda larga non è poi così larga.
I video occupano molta banda, naturalmente, rispetto alle semplici chat. Ed anche la banda dedicata all’upload, ossia i file che inviamo noi verso l’esterno, è in genere più stretta rispetto a quanto usiamo in download.
Però Internet è stata progettata ridondante resiliente, come ha detto Vinton ‘Vint’ Cerf in una intervista su Google Hangout. Cosa significa? Vuol dire in pratica che non fa niente se un punto della rete si interrompe, i pacchetti che dovranno arrivare al vostro computer, o che ne dovranno partire, troveranno sempre la strada per la loro destinazione.
Vint Cerf è uno dei padri fondatori di Internet, è lui che insieme a Bob Kahn ha ideato il protocollo TCP/IP, ossia il sistema con cui trasmettiamo e riceviamo i byte in rete.
Quindi, dobbiamo imparare anche noi ad essere resilienti e ridondanti.
Resilienti, ossia capaci di adattarci al cambiamento, e la lezione imparata in questo periodo dovremo ricordarcela per tutto il resto della vita, e soprattutto farne tesoro.
Ridondanti, ossia capaci di avere un piano B, una soluzione di riserva, in modo da non farci cogliere impreparati quando il nostro modo di vivere viene stravolto. E poi lavorare per ripristinare il piano A.