Il riciclo del packaging e le notizie sbagliate
148 - Le proposte europee per il riciclo di contenitori e imballaggi
In Italia sembra sul serio che ogni cosa che succeda debba riguardare il vino, anche se questo non è vero.
Insomma, produciamo più vino di tutti al mondo, la metà di questo lo mandiamo all’estero, è uno dei prodotti più apprezzati del Made in Italy: perché le associazioni di produttori pensano che tutto il mondo ce l’abbia con loro?
Se leggete questa notizia, sembra sul serio che l’Unione Europea voglia togliere i contenitori del vino per farli diventare tutti vuoto a rendere. Ma nessuno ha mai detto una cosa del genere, non per il vino almeno, e quindi la notizia è non vera. Anche sul sito dell’UIV si legge qualcosa del genere. Su Grandi Vini la notizia viene ripresa quasi parola per parola, tanto da sembrare un comunicato stampa inviato da qualche associazione.
Partiamo dall’inizio.
A fine novembre è stata presentata dal presidente della Commissione European Green Deal una proposta di progetto denominata Packaging and Packaging Waste Directive. La direttiva è piuttosto articolata, e potete leggerla senza problemi sul sito dell’Unione Europea. L’obiettivo è quello di diminuire gli imballaggi e favorire il riciclo di quelli esistenti.
Con il termine imballaggi si intendono sia quelli di cartone che in lattina o in vetro, non solo usati nel trasporto delle merci alimentari ma anche usati nei ristoranti o negli alberghi. Il 40% della plastica e il 50% della carta usata in Europa è destinato agli imballaggi ed in media ogni cittadino produce 180 kg/anno di rifiuti da imballaggi. La direttiva vuole proprio cercare di diminuire questa quantità di scarti.
Nella direttiva si propone di accelerare il riutilizzo di contenitori ed il riciclo dei materiali, in particolare per quelli monouso (ad esempio le boccette di saponi degli alberghi, le marmellate nei ristoranti, cose del genere).
Per quel che riguarda il vetro viene previsto di aumentare la pratica del vuoto a rendere, che è però una cosa ben diversa da quel che accadeva anche in Italia fino a 50 anni fa. All’epoca infatti si andava dal Vini&Oli con un boccione vuoto e si faceva riempire. Non c’era spreco, tutto era naturalmente riciclato proprio perché si limitava l’utilizzo dei contenitori.
In molti paesi del nord Europa, come Germania e Danimarca, esistono contenitori dove le persone possono inserire le bottiglie di vetro vuote ed ottengono in cambio un buono sconto, un ticket dal valore tra i 5 e gli 8 centesimi. Quindi, non vengono riempite le bottiglie, vengono riciclate.
Si parla molto di imballaggi, nella direttiva, con indicazioni per migliorare il riciclo e l’utilizzo di imballaggi prodotti con materiali riciclati. ù
Quindi, non si parla di vino, non si parla di bottiglie di vino: si afferma semplicemente che il vetro dovrà essere riciclato il più possibile, partendo dai punti dove se ne consuma di più come ristoranti, bar, alberghi.
La preoccupazione dai toni allarmistici di UIV e CEEV è del tutto fuori luogo, quindi, e bastava leggere quanto riportato sul sito dell’Unione Europea; forse l’hanno anche letto, ma allora sono gli organi di informazione che non l’hanno fatto.
Ci sono anche delle FAQ sul sito UE, che spiegano un po’ come verrà articolata la direttiva, se venisse approvata. E dunque no, nessuno ha mai detto che le bottiglie di vino vadano riportate in modo obbligatorio al negozio dove le avete comprate per farle riempire nuovamente. Il che sarebbe davvero una idea stupida, ma infatti non è questo che c’è scritto nella direttiva. Proprio per niente.
Quel che mi sembra sempre strano è che ogni indicazione sembra sempre rivolta, nella mente delle associazioni vinicole (italiane ma pure francesi, non abbiamo il monopolio noi), come qualcosa fatto contro il mondo del vino.
Che invece della propria filiera non si preoccupa, né dell’impronta carbonica, né dell’ottimizzazione dei trasporti in caso di delivery e di e-commerce.