La delibera dell’OMS sull’alcol
Lo spunto me lo danno sia l’articolo de Il Sole 24 Ore che una chiacchierata sul gruppo Telegram dei Digital Wine Lovers. La notizia è questa: la sezione europea dell’OMS ha fornito delle indicazioni per diminuire il consumo di alcol del 10% entro il 2025.
Il documento conclusivo, approvato da tutte le delegazioni, Italiani compresi, si intitola “European framework for action on alcohol 2022-2025”
Per farlo, secondo l’OMS, occorre agire su diminuzione della pubblicità, le indicazioni in etichetta, l’aumento della tassazione
Queste indicazioni, come riporta l’articolo de Il Sole 24 Ore, sono in contraddizione con un documento di maggio, prodotto dalla commissione per il Cancer Plan dell’Europarlamento, che rifiutava il concetto di ‘no safe level’ per il vino. Secondo questo principio, non esiste un livello minimo che non sia dannoso per la salute.
In realtà non vedo personalmente una contraddizione: l’alcool fa male in qualunque quantità, ed è un elemento cancerogeno di classe I. Ma una frase scritta così è piuttosto fuorviante, come riporta anche questo post dell’AIRC, di cui riporto una parte:
….È noto a tutti che chi beve troppo alcol è a rischio di tumori del tratto gastrointestinale, mentre chi fuma tabacco rischia il cancro al polmone in modo proporzionale alla quantità. Le osservazioni epidemiologiche in questo senso sono state rafforzate da studi di laboratorio e di conseguenza sia l’alcol sia il tabacco sono entrate nella famosa lista 1. Nonostante ciò, chi beve una piccola quantità di alcol nella vita o fuma una sola sigaretta non vede crescere il proprio rischio oncologico in modo misurabile.
Quindi ne consegue che è vero che non esiste un ‘no safe level’, ma è anche vero che bevendo in modo responsabile il rischio di ammalarsi non aumenta in modo significativo. Già un anno e mezzo fa, a febbraio 2021, il Parlamento Europeo aveva bocciato la richiesta di applicare delle avvertenze sulle etichette delle bottiglie, una cosa come ‘Nuoce gravemente alla salute’ come sui pacchetti di sigarette. Potete leggere delle interessanti argomentazioni in merito su questo post di Intravino.
Non solo il vino
Dunque, in sintesi: l’alcol fa male, il vino contiene alcol. Un banale sillogismo porterebbe a credere che quindi il vino fa male.
Tra l’altro il documento dell’OMS non parla di vino ma semplicemente di alcol, e quindi di tutte le bevande che ne contengono: birre, drink alcolici, distillati e naturalmente il vino. Quindi prima notizia da rimettere al posto giusto: l’OMS non ha attaccato il vino e i paesi produttori di vino, sta dando indicazioni per spingere a ridurre il consumo di alcolici. Non è una distinzione di poco conto, ma qui in Italia vediamo solo il vino, e quindi scriviamo che l’OMS è contro al vino e quindi contro l’Italia. Ancora un sillogismo che porta a conclusioni completamente sbagliate. Che lo facciano i produttori è comprensibile, che lo faccia chi distribuisce informazione è sbagliato. Ancora una volta, o dolo o mala fede, o semplicemente seguire una corrente qualunque.
Che poi l’alcol faccia male è vero, ma come sempre è una questione di dosi: la quantità di alcol contenuta in una bottiglia di vino al 13% è, appunto, il 13% di 0,75 litri, e quindi 0,0975 litri, ossia 9,75 centilitri.
Per fare conto paro, 1 litro di vino contiene il 13% di 100 cl, ossia 13 cl di alcol Un bicchiere di vino, un calice, contiene dai 10 ai 15 cl di vino, e dunque tra 1,3 e 1,9 cl di alcol. Questa quantità corrisponde ad 1 Unità Alcolica, che è pari a 12 grammi di alcol etilico (etanolo).
Le raccomandazioni della Fondazione Veronesi ci dicono che è meglio non superare i 2-3 bicchieri al giorno per l’uomo e 1-2 per la donna: questa differenza dipende soprattutto dal peso medio, che per l’uomo è superiore a quella della donna.
Bevete con moderazione
Finito di portare prove a supporto del vino, occorre però evitare di cadere nell’errore opposto, ossia che, visto che non fa male, allora il vino fa bene.
No, il vino non fa bene, perché contiene alcol che è pericoloso per la salute.
Naturalmente un buon vino, fatto come si deve, conterrà come elemento dannoso solo l’alcol, mentre un vinaccio da quattro soldi fatto con le bustine o semplicemente con uve poco sane e trattate pesantemente con concimi chimici e anticrittogamici farà molto più male perché, oltre all’alcol, contiene chissà cosa che circolerà nel nostro organismo. Sostanze che danneggeranno la nostra salute ben più dell’alcol ingerito con tre buoni bicchieri di vino.
Su questo, ma solo su questo, sono d’accordo con l’ariticolo di Anna Prandoni su Linkiesta.
Tra l’altro, chi pensa che ci siano i microchip nei vaccini, si è mai preoccupato di chiedere che anche nel vino ci sia una lista degli ingredienti o delle indicazioni sulla salute ed eventuali pericoli? L’introduzione delle e-label ancora non è iniziata, sull’elenco degli ingredienti ci sono polemiche a non finire e, quindi, a quanto pare la lobby del vino sta comunque lavorando bene, pro domo sua come ogni lobby.
Il resveratolo è cattiva informazione
Dire che il vino buono non fa male è sbagliato: fa male l’alcol che contiene, ed un Barbaresco da 13° conterrà lo stesso quantitativo di alcol di un vino di laboratorio da 13°, ossia il 13% di alcol. Potete leggere anche questo articolo, ancora della Fondazione Veronesi.
Anche il famigerato argomento sul resveratolo che fa bene per contrastare le malattie cardiocircolatorie, o almeno è un utile antagonista, è una notizia scritta male per indurre a decisioni sbagliate. Quindi c’è dolo e mala fede.
Un vino rosso contiene circa 2,8 mg/litro di resveratolo, mentre in caso di cure ne viene consigliata una dose superiore ai 25 mg, con una concentrazione superiore ai 10 mg per litro di sangue. In pratica, bisognerebbe bere dagli 8 ai 9 litri di vino al giorno per vedere qualche effetto del resveratolo sulla propria salute. Insomma, è la solita storia delle quantità: anche nella carne rossa ci sono sostanze cancerogene, ma bisognerebbe mangiarne vari chili al giorno perché diventino davvero pericolose.
Insomma, per star bene la dieta dovrebbe essere 8 kili di carne al giorno annaffiati da almeno 8 litri di rosso. Una dieta che è naturalmente altamente sconsigliata, non credete?
Ovviamente ci sono altri cibi e bevande che sono realmente rischiosi per la salute, bibite gasate e zuccherate, carni alla brace, merendine varie con conservanti e agglutinanti. Se parliamo di rischio di tumore, però, l’alcol come dicevo è un cancerogeno di classe I, mentre le bibite no. Fanno male? Certamente, anzi il consumo di zuccheri può portare, se non vengono smaltiti con adeguato moto fisico, a problemi cardiocircolatori, e ne muoiono più di infarto che di tumore.
Quindi, a mio parere, ben venga un’attenzione maggiore al consumo consapevole di alcol. Spero che la stessa attenzione venga presto posta su tanti altri cibi e bevande che possono essere ancor più pericolosi, se non accompagnati da una vita sana ed un ambiente salubre.
Spero comunque di aver linkato abbastanza articoli sia a favore che contro, in modo da potervi fare una vostra idea utilizzando dati reali, da fonti primarie e non da improbabili gruppi social. Ricordate però che quando qualcuno vi dice che la tale sostanza fa bene e quindi dovete mangiare quell’alimento che ne contiene, occorre sempre tenere in considerazioni le quantità contenute in un normale pasto.
Di sicuro il buon vino fa bene allo spirito, mentre per la salute può essere dannoso se assunto in dosi eccessive. Niente di più, questo è quello che vuole dire l’indicazione dell’OMS.
Economia del vino e piccole cantine
Se poi pensate alle piccole cantine, tenete conto che il 90% del fatturato totale del settore è prodotto dai primi 20 produttori, che sono cooperative, aziende pluri marchio, società di carattere internazionale. Ai piccoli lasciano le briciole, anzi, le gocce. Quindi non raccontate la favola che questa normativa mette a rischio i piccoli produttori, sono già a rischio da parecchi decenni, direi. E la maggior parte delle persone non beve in genere Brunello o Barolo da 80€ a bottiglia, compra vini che al massimo costano 7€ al supermercato, e ne valgono 4 quando escono dalla cantina. E al ristorante bevono il vino della casa, quello da 5€. Non è che perché noi siamo appassionati di vino, e magari pure intenditori, lo sono tutti. Anzi. Siamo una nicchia di fortunati a cui piace il vino buono e a volte possiamo anche permettercelo.
Lasciatemi ora fare una considerazione sulla politica nostrana: il settore vinicolo è responsabile di 7 miliardi di fatturato nella bilancia commerciale con l’estero, uno dei migliori settori di export. Oltre 1 milione di persone che lavorano nel settore, di cui ci si ricorda solo in queste occasioni, o quando un agricoltore si fa male, o peggio, mentre lavora, o per denunciare i molti lavoratori irregolari inventando normative su normative che non portano alla soluzione del problema. E prendendosela con gli irregolari, piuttosto che con un sistema che agevola l’irregolarità.
Perché sentiamo parlare personaggi politici dei quali altrimenti ci saremmo dimenticati solo quando la cattiva UE o la ancora più cattiva OMS si azzardano a dire che certe bevande e certi cibi fanno male, e che è tutto un complotto degli USA di chissàchhì, ma per il resto del tempo non si preoccupano di aiutare lo sviluppo di agricoltura sostenibile, di filiere meno invasive e con minor impatto sull’emissione carbonica, sulla organizzazione di un settore vinicolo nazionale invece di foraggiare spesso inutili Consorzi et similia?