La vendemmia, la peronospora e altre wine news
169 - Newsletter di notizie dal mondo del vino e del Food&Beverage
Ciao
In questo numero troverai:
Mercato: Vendemmia Italia 2023: forse la Francia ci supera. È davvero una cattiva notizia?
Viticoltura: La peronospora imperversa da luglio: come è la situazione ora?
Politica: La guerra del Montepulciano tra Marche ed Abruzzo
Fast News
Mercato: Masi Agricola nuovo membro del board OIV
Mercato: I consumi di vino scendono al terzo posto negli USA dopo birra e drink
Ambiente: Il riscaldamento globale e i vini in Svezia
Vendemmia Italia 2023: forse la Francia ci supera. È davvero una cattiva notizia?
Il clima non aiuta, la peronospora attacca, insomma la vendemmia 2023 in Italia rischia di non produrre i volumi che siamo abituati a vedere. Le previsioni dicono che ci dovremmo assestare attorno ai 43 milioni di ettolitri, rispetto ai 50 del 2022. La Francia invece dovrebbe rimanere sulle stesse quantità dello scorso anno, 45-47 milioni di ettolitri, diventando così il primo produttore mondiale. Per completezza, la Spagna dovrebbe raggiungere i 36 milioni di ettolitri. Dice comunque la Coldiretti che la qualità risulterà in ogni caso alta, che le esportazioni sono sempre buone, che in tutto il mondo sempre più appassionati prediligono il vino italiano. Bene. Ottimo. Siamo contenti.
Ma sono questi i veri parametri da tenere sotto controllo? Ad esempio nel 2022 l’Italia ha esportato 21,9 milioni di ettolitri, per un valore di 7,8 miliardi di €. La Francia ha esportato 14 milioni di ettolitri con un valore di 12,3 miliardi di €. Dunque il valore dell’export per l’Italia è di 356 €/hl, per la Francia è 878 €/hl. Più del doppio. Poi c’è il problema delle scorte in cantina, che anche quest’anno sono attorno al 5% del totale, significa 2,5 milioni di ettolitri di vino non venduti. Anche la Francia ha lo stesso problema e con le stesse grandezze, e lì come da noi è stata autorizzata la distillazione di crisi.
Quindi continuando a produrre 50 milioni di ettolitri, considerando la diminuzione del consumo globale di vino, rischieremmo di trovarci a inizio anno prossimo con altri 2,5 milioni di ettolitri di eccedenza. Considerando anche la tradizionale riluttanza italiana a modificare anche di una virgola le proprie convinzioni in fatto di vino, il vino invenduto non verrà usato, almeno ufficialmente, per creare vini no-low alcool o drink a base di vino, una tendenza che invece sta avendo molto successo. Occorre allora iniziare a ripensare tutto il mercato vinicolo italiano, al di là dei proclami, e guardare un po’ più al futuro, un po’ più oltre alla punta del nostro naso.
Se vuoi vedere alcune delle mie immagini usando Midjourney, puoi andare a questa pagina sul mio blog.
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Invasione di peronospora a luglio
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