Nella IGT Rubicone con l'azienda vinicola Amaracmand
Fatemi essere subito chiaro, e poi non ci pensiamo più: sono stato un paio di giorni, insieme ad altri tre degustatori, ospite dell’azienda vinicola Amaracmand a Roncofreddo, in provincia di Forlì Cesena. Siamo in piena zona IGT Rubicone, naturalmente. L’occasione è stato l’invito da parte di Maddalena Mazzeschi per far conoscere questa cantina. Maddalena è da 40 anni nella comunicazione del vino, prima presso il consorzio del Nobile di Montepulciano e poi con l’attività in proprio. Ha un suo canale video podcast, dove in modo molto semplice vuole far avvicinare il neofita all’assaggio del vino. Professionalmente segue alcune aziende, tra cui proprio Amarcmand, azienda di circa 15 ettari sulla salita che porta verso il castello di Sorrivoli, sopra Roncofreddo.
Siamo stati coccolati, trasportati, viziati (a pranzo e cena, e pure il gelato a Cesena!) dall’ottimo Damiano, che in azienda si occupa dell’accoglienza dei visitatori, della comunicazione. Damiano è il cugino di Marco Vianello, colui che in pratica indica la linea aziendale, il proprietario insieme alla moglie. Anche se, come ci hanno più volte detto, il lavoro è molto corale: ognuno col suo compito, nessuno che prevarica.
Detto questo, posso passare ai vini. La descrizione delle due giornate la troverete poi sul podcast (mi ci vuole tempo), ma qui sicuramente la parte importante sono i vitigni e i vini.
Anzi, partiamo dal nome, che potrebbe sembrare un po’ particolare, ma in effetti è una frase in dialetto romagnolo, e significa letteralmente: Mi raccomando, a ma racmand! Pensatelo pronunciato con il tipico accento romagnolo e capirete subito.
Passiamo ai vigneti, quindi, che Marco e Damiano, insieme al loro enologo, ci hanno fatto visitare durante la mattina di sabato.
I Vigneti
Intanto il vigneto storico, con viti ancora a piede franco di Sangiovese ed altri filari di Albana lunga, entrambi piantati nel 1963. Curati come si deve, serviranno per la sperimentazione, per capire come si comportano queste uve, e anche, semplicemente, per il rispetto della vite. Ed è da questo vigneto che hanno preso le marze per piantare i loro vigneti di Sangiovese e di Albana.
Dicevo prima, produzione biologica, quindi niente aggiunte, solfiti nulli, lieviti il più possibile spontanei, lavorazioni meccaniche ridotte al minimo.
Albana e Pignoletto, un altro dei loro vitigni, hanno un sesto d’impianto davvero stretto, e questo limita naturalmente l’impiego di macchinari ingombranti e pesanti.
Trattamenti in vigna, croce di ogni viticoltore, non ne vengono fatti, tranne quelli consentiti. Microfauna antagonista, sovesci e inerbimento. I 10 ettari di bosco che circonda i vigneti aiutano a fare da schermo contro gli insetti dannosi. E questo comporta un enorme lavoro da parte di chi sta in azienda, una squadra di otto persone di cui Marco Vianello va particolarmente fiero. Lo ha ripetuto più volte in questi due giorni, non basta, ci ha detto, forza lavoro. È necessaria la passione e la curiosità per capire come quell’uva sulle piante si trasformerà in vino nelle bottiglie. I vigneti sono tutti all’interno della IGT Rubicone, bianco, spumante, sangiovese, e qualche parola sulla denominazione la trovate qui, tra Rolling Stones ed Elvis Presley.
Note di degustazione
Madame Titì
IGT bianco Rubicone spumante brut nature bio
Uve: Circa 85% Bombino bianco per il resto Grechetto Gentile, Albana, Trebbiano della fiamma
Alcol: 12°
Note: spumante adatto a tutte le situazioni, dall’aperitivo serale, al sorso dissetante nel pomeriggio, all’accompagnamento di cappelletti in brodo e della lasagna in bianco. A tutto pasto, moderatamente, è certo l’uso migliore, oltre che a far rimanere a tavola con dei buoni amici, caratteristica fondamentale di un buon vino. L’autoclave gli dona la leggerezza necessaria, la profumazione è tra la camomilla e la caramella d’orzo, la buona acidità assolve la sua pretesa di essere dissetante, e la assolve molto bene.
Perimea 2023
IGT Sangiovese Rubicone Bio
Uve: Sangiovese 100%
Alcool: 12,5°
Note: Immediata al naso la ciliegia, ma anche un profumo terziario più profondo, un sentore di sottobosco e una nota fuggevole di animale, come le due lepri viste mentre visitavamo proprio il vitigno del Sangiovese. Adatto ad una pasta fatta in casa con un sugo di carne, leggero viste le temperature, che questo Perimea riesce ad accompagnare benissimo, così come il galletto arrosto assaggiato al castello di Sorrivoli in serata. Palato di buona acidità, tannino ben domato e la giusta morbidezza iniziale per arrivare gentile fino in gola.
Imperfetto 2022
IGT Sangiovese Rubicone Bio
Uve: minimo 85% Sangiovese per il resto Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah, Alicante
Alcool: 13°
Note: Il vino più complesso è chiamato Imperfetto, il che la dice lunga sull’idea di perfezione di Marco Vianello: una strada da percorrere, piuttosto che un obiettivo da raggiungere. Macerazione sulle bucce, 2 mesi in vasca d’acciaio, 6 mesi in tonneau e poi in bottiglia.
Al naso è l’irruenza da domare dei profumi, più scuri, le ciliege diventano marasche, le lepri diventano volpi, gli aromi salgono e si mescolano. Ha bisogno di essere ben ossigenato nel bicchiere: caratteristica di tutti i vini biologici, ma questo sembra volerne di più, come se avesse più tempo ad abituarsi al contatto con l’ossigeno. Lievi e riconoscibili profumi di erba officinale, un mentolo lontano e una malva più a portata di radice. Buona la morbidezza al palato, un tannino scalpitante ma sulla via della disciplina, a mezza strada fra il rotondo e lo scapestrato. Il finale è discretamente lungo, e nonostante i suoi tre anni è ancora un giovane. Sarà interessante assaggiarlo l’anno prossimo. Con la tagliata mangiata a pranzo e le erbette di campo, è stato un abbinamento ottimale, sgrassa e pulisce, prepara al boccone e al sorso successivo.
Era da molto che non assaggiavo vini della IGT Rubicone, fiume storico che evoca sempre un passaggio e un azzardo, un rischio. Per quel che riguarda il vino, forse Marco Vianello ha fatto un azzardo, un’alea, ma sicuramente ben ragionato. Non ha attraversato il fiume per andare da altre parti, anzi ha scelto proprio di rimanere nella IGT Rubicone, piuttosto che appoggiarsi ad una DOC.
Le due giornate sono state rese ancora più interessanti grazie alle spiegazioni storiche della Pieve lì vicina e del castello di Sorrivoli, oltre a tutte le vicende storiche di quei luoghi.
Ma sicuramente oltre i vini sono stati l’accoglienza all’agriturismo Le Spighe che ci ha ospitati per la notte, la compagnia e le spiegazioni di Marco e Damiano e, dulcis in fundo, la capacità organizzativa e la professionalità di Maddalena.