Sostituire i vitigni e altre Wine News
233 - Ed inoltre: Vino australiano in Cina,
Oggi vorrei fare a meno di parlare di dazi, e quindi ritorniamo a dare le notizie sul settore vino e food&beverage, facendo comunque finta che non stia succedendo niente. Fare una newsletter settimanale, preparando la settimana prima le email da inviare, è rischioso, nel senso che in poche ore potrebbe davvero succedere di tutto. Mentre scrivo, Trump ha di nuovo smentito se stesso sui dazi su chip e semiconduttori vari, che la settimana scorsa aveva detto di non voler toccare. Non oso pensare a cosa sarà successo oggi, mentre leggete. Siamo tutti in attesa, chiunque si occupi in qualche modo di commercio, della scadenza dei 90 giorni cercando intanto di concludere più contratti possibili e spedire le merci entro i tre mesi di sospensione dei dazi degli Stati Uniti. Insomma, non si riesce mai a star tranquilli. Per capire chi sono le persone che stanno, o che sono state, dietro alla tecnologia che usiamo tutti i giorni, sto preparando delle piccole biografie di alcuni personaggi, che puoi leggere nella nuova rubrica Digital News, dedicata agli abbonati e che trovi qui sopra sul menù, dedicata alle notizie digitali e di tecnologia in genere.
Inoltre puoi seguire anche i miei post in inglese, li trovi su wineroland.it, a tema vinicolo, e thenetworkchronicles.com, con post sulle news digitali e la storia e le persone che hanno fatto Internet.
La nuova presidente CEEV
A fine marzo è stata eletta Marzia Varvaglione a presidente del CEEV, il comitato europeo delle imprese del vino, prima donna presidente e anche la più giovane. Lavora nell’azienda di famiglia, Varvaglione 1921, a Leporano in provincia di Taranto, ed è stata anche presidente dei giovani imprenditori vinicoli italiani nel 2018.
Come ha detto in una intervista su Gastronomika, l’inserto dedicato al food&beverage de Linkiesta, il suo obiettivo è mettere in piedi un comitato unito, cercare di mettere d’accordo 25 associazioni di 13 paesi diversi non è un’impresa da poco, e naturalmente ci sono i dazi che rendono tutto il commercio completamente instabile (non solo sul vino, naturalmente).
Insomma, la situazione non è proprio facile, ma l’elezione di una donna giovane alla presidenza della Ceev può portare anche un’aria di freschezza nel mercato del vino, un mercato che invece le giovani generazioni stanno lasciando un po’ in disparte.
Tra i tanti obiettivi c’è il completamento del progetto U-label, ossia l’uso di QR code nella retroetichetta delle bottiglie per fornire sempre più informazioni al consumatore, una iniziativa che è cominciata nel 2021 per rispettare una direttiva della UE e che però ancora ha qualche problema a prender piede. Trovi i link nel numero precedente di questa newsletter.
Aumentano le importazioni di vino australiano in Cina
Nel frattempo il mercato del vino in Cina sembra che si stia riprendendo, in particolare le importazioni. Sono solo i dati dei primi due mesi di quest’anno, naturalmente, ed è soprattutto il vino australiano ad aumentare le vendite, e poi gli spumanti.

I dati sono questi, nel primo bimestre 2025 la Cina ha importato 41 mila ettolitri di vino per un valore di 258,1 milioni di dollari USA, in aumento dell'11,5% in volume e del 54,2% in valore rispetto al 2024. L’Australia ha venduto 15 volte più vino di prima, tornando ai livelli precedenti alla pur breve crisi economica cinese, sono quasi 15mila ettolitri di vino australiano per un valore di 130 milioni di dollari, praticamente la metà del vino importato in Cina è australiano, almeno a gennaio e febbraio.
Fino all’anno scorso c’erano ancora dei dazi sul vino australiano, il che ha portato ad una forte crisi per i produttori di Australia, che praticamente hanno come unico cliente proprio la Cina. Per vicinanza, anche i vini della Nuova Zelanda hanno avuto buoni risultati, un aumento del 37% in volume, soprattutto di vini bianchi, quella che sembra la nuova moda in Cina. Tra chi aumenta c’è, in modo piuttosto strano, anche la Georgia, con un aumento del 108% rispetto al 2024, anche questo un segno che i commerci internazionali sono molto più complessi di quanto si possa pensare (anche se il presidente USA, o almeno il suo segretario al commercio, dovrebbe conoscere…).
I vini che fino a qualche anno fa erano i più importati da Pechino, quelli di Francia, Spagna e Cile, sono diminuiti.
Seguendo una tendenza mondiale, l’importazione di vino bianco sta crescendo molto di più rispetto ai vini rossi. Nonostante sia solo il 4% dell’import, nel 2024, il consumo di vini bianchi sta crescendo; tra i bianchi più consumati troviamo il Sauvignon Blanc di Australia e Nuova Zelanda e il Riesling proveniente dalla Germania.
In generale però a tirare le importazioni in Cina è lo spumante, un aumento del 17% per un totale di 9 milioni e mezzo di dollari. Lo champagne francese, ma in generale tutto lo spumante d’oltralpe, ha visto un aumento del 31,2% in volume, la Spagna del 67%, mentre l’Italia è diminuita dell’11% in questo settore. Non è detto che questa sia già una tendenza, naturalmente, bisognerà aspettare almeno altri due bimestri per capire le evoluzioni del commercio di settore.
La Germania sceglie i vitigni francesi
Nel 2024 in Germania sono aumentate le varietà di uve che invece si trovano normalmente nelle regioni più meridionali, come Chardonnay, Sauvignon Blanc e Merlot, per cercare di adattare i vigneti all’aumento delle temperature.
Da quanto riporta l’istituto tedesco del vino (DWI), gli ettari piantati a Chardonnay sono aumentati di 138 ettari, diminuendo della stessa quantità la superficie di Müller-Thurgau. A causa dei cambiamenti del clima, con stagioni più calde in particolare durante la maturazione delle uve, i vitigni francesi trovano anche in Germania un clima abbastanza favorevole, a differenza di qualche decennio fa. Sono inoltre aumentate anche le varietà selezionate per resistere alle malattie e ai parassiti, fenomeni aumentati con queste condizioni di clima più caldo e umido. Secondo i dati climatici raccolti dall’Università dell’Anglia Orientale, le temperature medie sono aumentate in Germania di circa 2°C dagli anni ‘70.
La superficie coltivata a Chardonnay è aumentata del 4,7% nel 2024, arrivando ad un totale di 3050 ettari, ossia quasi il doppio rispetto a un decennio fa.
Anche il Sauvignon Blanc è una varietà che trova molto apprezzamento fra i viticoltori tedeschi, arrivando a raddoppiare la superficie in dieci anni, oltre 2000 ettari.
Nel frattempo, i viticoltori hanno iniziato ad estirpare le vigne coltivate a Müller-Thurgau, un tempo la varietà di vino bianco più diffusa in Germania, con una diminuzione del 2,1%: sono 10.500 ettari, ossia meno della metà rispetto agli anni '90. La superficie complessiva destinata alla produzione di vini bianchi è rimasta pressoché invariata rispetto all'anno precedente, attestandosi a 71.423 ettari.
Discorso simile per i vini rossi, dove il Merlot ha visto aumentare la superficie del 3,2%, ossia meno di 100 ettari. In realtà sembra un aumento minimo, ma occorre considerare che la superficie vitata dedicata ai vini rossi, nel 2024 è scesa dell’1,4%, seguendo il trend mondiale che vede spostarsi la domanda di vino verso i vini bianchi.
La Germania è il quarto produttore di vino in Europa dopo Italia, Francia e Spagna, sebbene produzione di vino tedesca sia scesa del 9,8% a 7,75 milioni di ettolitri nel 2024, il terzo volume più basso degli ultimi 15 anni. Piogge primaverili intense, peronospora, gelate tardive e grandinate, hanno reso il 2024 un anno piuttosto difficile per la produzione di vino tedesco.
La superficie vitata totale in Germania è diminuita dello 0,4% nel 2024, attestandosi a 103.295 ettari, proprio a causa del calo dei vini rossi. Le uve da vino bianco rappresentavano il 69% della superficie totale, una quota in continuo aumento anno dopo anno dal 2006, quando i bianchi rappresentavano il 63% della superficie vitata.