Le giacenze sono uno degli indicatori da tenere sotto controllo per capire come sta andando il mercato vinicolo. È la differenza tra il vino prodotto e quello venduto, e naturalmente se il conteggio viene fatto a dicembre, ossia a vendemmia finita, occorre tener conto del vino nuovo che sta in cantina.
Nel 2024, al 31 dicembre, il report Cantina Italia del Ministero dell’Agricoltura indicava in 56,9 milioni di ettolitri il vino presente nelle cantine italiane, un valore inferiore del 3,9% rispetto al 2023. Erano 52,8 a marzo 2025. A questa quantità occorre aggiungere 6,6 milioni di ettolitri di mosti e 2,2 milioni di ettolitri di vino ancora in fermentazione. Per la precisione, i dati elaborati rappresentano il 95% delle giacenze nazionali, e sono rilevazioni fatte usano il Registro Telematico del Vino. (da qui potete scaricare i dati in formato xls)
Considerando che sono entrati 41 milioni di ettolitri di vino nuovo con la vendemmia 2024, sommando i numeri qui sopra e togliendo questi, otteniamo 24,7 milioni di ettolitri in più. Questo vuol dire che anche se si riuscisse a vendere tutto il vino nuovo, rimarrebbero comunque quasi 25 milioni di ettolitri di vino da smaltire.
Giacenze e denominazioni
Di queste giacenze, il 59,6% è nelle cantine del Nord Italia, ed il Veneto da solo fa il 27,4 del totale.
Per quel che riguarda le denominazioni risulta:
Dop : 55,1%
Igp : 26,6%
Varietali: 1,3%
Vino generico: 17,1%
In totale in Italia ci sono 526 Indicazioni Geografiche, e ne bastano 20 per fare il 57,9% di tutte le giacenze, abbastanza ovvio visto che sono appunto le più note. Il Prosecco Doc ha 5,9 milioni di ettolitri di giacenze, a fronte di una produzione 2024 di 5 milioni di ettolitri. A scendere troviamo Igt Puglia, Toscana, Veneto.

Per quanto riguarda le Dop, le giacenze di vino rosso diminuiscono del 5%, siamo a -4% per i bianchi e -1% i rosati. Salgono invece le giacenze dei bianchi Igp, +1,8%.
Nelle DO, il Veneto rappresenta il 30,4% molto dietro la Toscana (11,4%) e poi la. Puglia (9,3%).
La diminuzione delle scorte rispetto al 2023 è una buona notizia, ma non è detto che sia un indicatore di un trend futuro: il 2023 ha avuto una pessima vendemmia, con 38,3 milioni di ettolitri, e questo ha consentito, nonostante il calo dei consumi generalizzato, di poter diminuire il vino rimasto in cantina. A questo punto anche l’Italia, come ad esempio Francia e Spagna, dovrà decidersi di diminuire la superficie vitata, cosa che quest’anno potrebbe portare ad una riduzione dei vigneti.
Le altre News
Ricasoli entra nel portfolio di Ethica Wines
Lo sviluppo di Ethica Wines, distributore leader per USA, Canada e APAC per i vini italiani, prende Ricasoli nel portfolio USA. La società fondata nel 2016 da Francesco Ganz mette a segno un altro colpo e porta sul mercato americano una delle più importanti e conosciute aziende vitivinicole italiane, la cui storia risale al 1141. La famiglia Ricasoli ha, infatti, scelto di affidare a Ethica Wines l’importazione esclusiva dei propri vini negli USA, dopo averle conferito da tempo il mandato per il mercato asiatico.
L’azienda possiede oltre 1.200 ettari, di cui 240 destinati ai vigneti e 26 agli oliveti, tutti situati nel cuore storico del Chianti Classico. I terreni variegati e le altitudini differenti permettono di ottenere vini con grande personalità e profondità. Le sue etichette più celebri, come il Castello di Brolio, il Brolio Riserva e i cru sopra citati, rappresentano l’essenza della viticoltura toscana.
AIS Veneto raccoglie oltre 100.000€ per la solidarietà
AIS Veneto è sempre più impegnata nella promozione della sostenibilità sociale, ambientale ed economica. In quattordici edizioni di Alba Vitæ – iniziativa che mira a raccogliere fondi per le associazioni benefiche del territorio attraverso la vendita di una edizione limitata di magnum – e altri progetti a scopo benefico come Adotta una vigna ed Etico, sono stati raccolti 103 mila euro devoluti a favore delle varie realtà coinvolte negli anni.
L’importante traguardo è stato raggiunto con l’edizione 2024 di Alba Vitæ: l’assegno di 8000 euro è stato consegnato al Gruppo Polis di Padova e finanzierà il progetto My Ability che, all’interno della Fattoria Sociale Fuori di Campo, aiuta le persone con diversi tipi di difficoltà ad allenare tutte quelle abilità relazionali funzionali all’inserimento (o reinserimento) nel mondo del lavoro. Il ricavato è stato ottenuto grazie alla vendita di Borgo delle Casette 2020 dell’azienda Il Filò delle Vigne di Baone (Padova). Gli altri progetti solidali di AIS Veneto in corso sono Adotta una Vigna con AIS Veneto ed Etico.
I Premier Cru di Bordeaux 2024 costeranno meno
Sarà a causa della diminuzione dei consumi o per far fronte ad una vendemmia non ottimale, ma nell’evento En Primeur del Bordeaux 2024 si sono visti sconti fino al 30% sui Premier Cru. Per fare un esempio, lo Château Mouton Rothschild ha un costo dal rivenditore di 354€, il 22% in meno rispetto al 2023, e anche i vari Lafite Rothschild, Angélus, Cheval Blanc e Montrose sono circa il 30% meno cari. Trovare un Leoville Barton a 68€, il 14% in meno rispetto all'anno precedente, è un’occasione. Ma rispetto agli anni passati, sembra che non ci sia una corsa all’accaparramento come negli anni passati, sia da parte dei rivenditori del Regno Unito (principali acquirenti dei vini di Bordeaux) che dagli austriaci. Troppa pioggia, e quindi troppe malattie, hanno diminuito sia la quantità che la qualità. E mancano ancora gli americani, che fino ad ora non hanno fatto ordini per il Bordeaux 2024: l’incertezza delle tariffe rende tutti molto cauti, di là dell’Atlantico. Le ultime uscite di Trump certo non migliorano il clima. In ogni caso anche la qualità del 2024 non è altissima, sebbene stiamo parlando di vini che raggiungono i 94-96 punti su Wine Spectator. Ma per quel che riguarda il Bordeaux, tutto quello che è al di sotto di 98-100 ha il sapore di fallimento. A questo link trovate un report sui prezzi dei vini presentati En Primeur di Bordeaux 2024.
Come i ristoranti si difendono dalle truffe sul vino
Nonostante tutte le attenzioni del caso, la possibilità di incappare in una bottiglia truffaldina è sempre dietro l’angolo. A parte i grandi scandali, le truffe e le falsificazioni su piccola scala sono quelle che provocano parecchi danni ai ristoranti, in particolare quelli USA dove la vendita del vino ai loro clienti è una delle maggiori voci di guadagno. L’aumento dell’e-commerce inoltre rischia di colpire i consumatori poco attenti, attratti da prezzi bassi e bottiglie di (falso) prestigio.
A questo proposito, è interessante l’intervista che VinePair ha fatto a Kristen Goceljak, direttrice del settore vinicolo per Kent Hospitality Group, che ha spiegato che esiste un protocollo specifico quando si aprono bottiglie particolarmente soggette a frodi, tipicamente qualsiasi vino raro e da collezione. Goceljak e il suo team si assicurano che le bottiglie vuote vengano distrutte, in modo che gli ospiti non possano portarsele via.
"In alcuni casi, contrassegniamo l'etichetta della bottiglia con un pennarello indelebile. Soprattutto quando apriamo più bottiglie di produttori noti per essere contraffatti", afferma.
Quando si tratta delle bottiglie più costose del mondo – che possono facilmente superare i 20.000 dollari – i sommelier sono in allerta per assicurarsi che i vuoti non vengano presi. Quindi, se vi concedete un vino costoso al ristorante, non aspettatevi di portarvelo a casa come ricordo.